Il consumo critico deve essere di massa: la massa critica che ci vuole per cambiare le cose.

L’iniziativa prende piede in un momento particolare di cambiamento sociale, di contrazione delle risorse, di sfiducia verso i campi della politica e di sfaldamento dei legami sociali.

Mentre alcuni accettano l’indebolimento delle relazioni sociali e si chiudono come a proteggersi da possibili cambiamenti in atto, una parte della società civile sente forte il bisogno di vivere momenti di convivialità e di condivisione.

È anche sotto questa luce che va letto l’affermarsi del Consumo Critico e dei prodotti biologici e naturali, etici e sostenibili: il consumatore si rende conto delle proprie responsabilità, ritrovado l’importanza e l’impatto delle proprie scelte. Si fa consapevole che ogni suo atto d’acquisto è una scelta che per quanto piccola resta significativa ed in qualche modo prende la forma di un atto “politico”, attribuendo sempre più valore al proprio comportamento e a quello dei produttori verso la sostenibilità ambientale.

Su questa strada si arriva quindi a segliere un altro stile di consumo, scegliendo di evitare l’acquisto di prodotti che, seppure proposti ad un prezzo conveniente, impattano negativamente sull’ecosistema e sul tessuto sociale.